Laura Gonzenbach
Le Fiabe siciliane raccolte da Laura Gonzenbach costituiscono uno dei più ampi e significativi repertori della tradizione folklorica ottocentesca italiana. Furono pubblicate in lingua tedesca, a Lipsia, nel 1870. L'autrice della raccolta era nata a Messina da una famiglia svizzera trapiantata in Sicilia; il padre, agente commerciale nel settore tessile, era una delle figure chiave della piccola ma ricca comunità di lingua tedesca cittadina; le donne della famiglia erano saldamente radicate nell'élite intellettuale isolana, e assolute protagoniste dei salotti messinesi di metà Ottocento.Nel clima post-risorgimentale il lavoro della Gonzenbach si inseriva in una corrente di studi demologici e di novellistica comparata, e tendeva tra l'altro a sconfessare una lettura tutta «sicilianista» e autonomistica della tradizione favolistica siciliana. Tra il 1868 e il 1869 Laura Gonzenbach raccolse un centinaio di fiabe nella Sicilia jonica (il territorio della Sicilia occidentale sarebbe invece stato oggetto delle successive ricerche di Giuseppe Pitrè). I narratori, per la quasi totalità donne, provenivano presumibilmente dalle masserie e dalla servitù domestica della famiglia Gonzenbach e delle altre famiglie straniere. Non è rimasta traccia dei metodi e delle modalità di raccolta. È certo però che la trascrizione in tedesco fu effettuata secondo il massimo scrupolo e rigore filologico, con l'unico sacrificio della vitalità della lingua in presa diretta: la stessa Gonzenbach lamentava di non aver potuto «riprodurre il fascino particolare che risiede nel modo di raccontare delle siciliane».Ed è proprio questo il nodo che si è voluto affrontare in questa prima versione integrale italiana delle fiabe della Gonzenbach, risolvendo il problema che presumibilmente aveva fin qui ostacolato l'allestimento di una traduzione completa. Si trattava in altri termini di effettuare una retro-versione dal testo tedesco, in assenza di un diretto riscontro in siciliano, senza però mortificare la dimensione della narrazione e del racconto. Luisa Rubini, appassionata curatrice scientifica del volume, ha così approntato una prima versione dal tedesco, che è stata poi sottoposta, per una «rilettura», a Vincenzo Consolo. La sua sensibilità narrativa ha voluto restituire alle fiabe il ritmo dell'affabulazione orale e il timbro siciliano, senza mai cadere nella forzatura di intonazioni falsamente sicilianiste.Ne scaturisce uno straordinario affresco dei luoghi della grande tradizione favolistica europea, di cui la Sicilia della Gonzenbach, riletta da Consolo, è pienamente partecipe. In più, se mai, ed è anche questo non piccolo merito di Laura Gonzenbach, si avverte rispetto ad altri grandi repertori europei un'esplicita, consapevole accentuazione della dimensione femminile. E sono le donne, ragazze consumate dalle trepidazioni d'amore, giovani incinte costrette a superare i più ardui ostacoli per impalmare i loro sfuggenti fidanzati, mogli bambine e madri che faticano le mille pene per sottrarsi a un destino di umiliazione e subalternità, ad essere le protagoniste di un mondo che dietro il filtro dorato del «magico» lascia continuamente trasparire i temi dell'onore, della castità, della verginità violata. Nulla è meno facile, piano e meccanico di questo mondo ammaliato dalla magia. Lunga e faticosa, quando pure la si trovi, è la strada che conduce al lieto fine.