Georg Simmel
L'eredità teorica di Georg Simmel è stata a lungo condizionata da giudizi pesantemente riduttivi: filosofo del «pressappoco», teorico dell'«impressionismo», cultore di una filosofia giornalistica. Si tratta di giudizi che non colgono la profonda capacità del pensatore tedesco di rappresentare le tensioni e i rovelli di un'epoca. Il suo rifiuto di ogni razionalismo universalistico, il suo relativismo individualistico esprimono qualcosa di più che un semplice schematismo di tipo descrittivo, sono il portato di un disagio di cui non può sfuggire il profondo significato storico.Ne sono una manifestazione esemplare gli scritti sull'amore, qui per la prima volta raccolti in edizione italiana nella loro versione completa, che comprende l'importante Frammento postumo sull'amore, mai fin qui tradotto in italiano.Simmel considera l'amore come il frutto di una motivazione primaria, estranea alla contrapposizione tra azione egoistica e azione altruistica. L'eros abolisce ogni distanza tra l'io e il tu, in virtù di una proiezione di sentimenti che determina la completa solidarietà, l'assoluta adesione dell'oggetto al soggetto. L'essenza dell'amore è dunque unitaria, non è la sintesi di fattori eterogenei, pur manifestandosi in una pluralità di modi e attributi differenti: sensualità e sentimento, istinto e affetto, attrazione e simpatia.Così inteso, l'amore è innanzitutto un rapporto che l'individuo intrattiene con se stesso, una sorta di sfida individuale irrisolta verso la propria realizzazione, che sortisce l'effetto di una continua tensione erotica, come l'«avventura» è una via intermedia nella dialettica tra vita e forma che l'amore incarna.