Péter Sárközy
La cultura ungherese può vantare una ricca letteratura medievale e umanistica in lingua latina e, dal Duecento in poi, anche la sua letteratura in volgare divenne una presenza crescente nella cultura letteraria, per diventare nel Cinquecento una vera e propria letteratura nazionale, nell'ambito della quale gli autori più importanti, come i poeti Bàlint Baiassi, Miklós Zrinyi, Istvàn Gyöngyösi, e come i prosatori Peter Bornemisza, Gàspàr Heltai, Peter Pàzmàny o Ferenc Faludi, scrissero i loro capolavori in lingua ungherese. Le loro opere, con qualche rara eccezione, non erano tradotte in lingue straniere e di conseguenza erano conosciute soltanto in Ungheria. Di conseguenza anche in Italia il pubblico e gli studiosi, non conoscendo la lingua ungherese, potevano leggere soltanto le opere latine dei nostri umanisti (da Janus Pannonius a Johannes Sambucus), mentre la letteratura in lingua ungherese esiste in traduzione italiana (e naturalmente in tedesco, in inglese e in francese) soltanto a partire dal Romanticismo. Per colmare questa lacuna e al fine di agevolare lo studio della letteratura ungherese in Italia, si propone questa antologia bilingue della prosa antica ungherese che è stata redatta presso la Cattedra di Lingua e Letteratura Ungherese dell'Università di Roma, La Sapienza con le traduzioni di Marta Dal Zuffo a cura del Prof. Peter Sàrkòzy. Il volume comprende una selezione di opere dei più importanti prosatori ungheresi dei primi sette secoli.