Marco De Napoli
La figura dell'architetto Gino Avena (1898-1979), figlio del più famoso Adolfo, viene qui analizzata attraverso la raccolta e la catalogazione delle sue opere prodotte negli anni che precedono e seguono la Seconda guerra mondiale. Uomo formatosi professionalmente da una sensibilità eclettica di stampo paterno, personalità poliedrica e originale, dotato di una certa ironia, prolifico progettista sensibile al cambiamento del gusto, Gino Avena si può annoverare fra le figure di spicco che hanno contribuito a dare alla città di Napoli un'immagine architettonica del tutto nuova all'interno del suo panorama cittadino, non soggetta ad alcun formalismo politico e orientamento di gusto spesso soggetti a volubili cambiamenti nel corso del tempo. Molte sue opere pubbliche, andate purtroppo perdute, coprono tasselli temporali che, seppur dimenticati nell'ambito della cronologia storica, sono di fondamentale arricchimento d'informazione anche per la ricostruzione di vicende sociali e culturali della città. L'attenzione della critica si è soffermata soprattutto su alcuni suoi lavori più noti e ne ha rivalutato l'importanza sul finire del Novecento, inserendoli tuttavia solo come parziale citazione all'interno di un discorso architettonico più ampio e generico e in un contesto temporale limitato e di settore. Nel 2009 un suo edificio al quartiere Vomero, progettato in via Morghen nel 1935, è stato dichiarato dalla Soprintendenza di Napoli Bene Culturale particolarmente importante da tutelare. La valorizzazione della figura di Gino Avena è l'obiettivo primario di questa pubblicazione, che mira ad analizzare tutti i diversi aspetti della sua intensa attività professionale. In particolare, il volume descrive l'originale personalità e le capacità creative dell'architetto grazie all'analisi di alcune sue opere più riuscite, quali: palazzi, ville, alberghi, cine-teatri e negozi, illustrate non solo nella loro qualità formale, ma anche nell'ambito della loro storia costruttiva, nei loro ambienti interni e nell'insolita innovazione dei caratteri tipologici adottati di volta in volta per ogni singolo intervento. La documentazione, in gran parte inedita, si avvale di disegni originali e fotografie d'epoca provenienti da diversi archivi pubblici e privati, fra cui anche quello dello stesso architetto. Alcune immagini a colori di numerose soluzioni d'arredo interno completano un apparato illustrativo ricco e di particolare rilievo.