Piero Fassino
Esiste un'emergenza giustizia nel nostro paese? È vera la rappresentazione diffusa che dipinge il nostro sistema giudiziario come affetto da un'endemica inefficienza? E cosa si deve fare per restituire ai cittadini la fiducia necessaria in questo grande bene collettivo? Piero Fassino, guardasigilli e dirigente della sinistra, si confronta sul funzionamento della giustizia con Paolo Borgna, pubblico ministero a Torino. Da un lato, il politico, responsabile del ministero della Giustizia in un momento di complesse e controverse riforme e di continue e opposte sollecitazioni. Dall'altro, il magistrato impegnato nella procura di una grande città del Nord, investita dai fenomeni di criminalità urbana connessi in parte non secondaria ai forti flussi migratori di questi anni. Ne nasce una discussione serrata, giocata sul filo della passione civile. E il confronto parte proprio dalla sicurezza: dalla denuncia dell'inadeguatezza, giudiziaria e culturale, ad affrontare il fenomeno e del ritardo nel comprendere quanto questa sottovalutazione contribuisca a deteriorare il rapporto fra cittadino e istituzioni. Ma la denuncia del ritardo non basta se non se ne affrontano, senza paura di scavare a fondo, le radici culturali. È forse vero - come molti sostengono - che una specifica resistenza va ricercata proprio nella cultura diffusa della sinistra? E peraltro, che uso ha fatto la magistratura italiana della sua straordinaria indipendenza di fronte alle richieste di giustizia dei cittadini? Da queste domande il confronto si estende ai temi più generali della giustizia: al ruolo della magistratura, alle scelte e responsabilità dei capi degli uffici, ai rapporti con le sollecitazioni della politica, sino a toccare le riforme più recenti e quelle sul tappeto.