Gli ussari alati

È il 1683. Il feroce esercito turco è pronto ad attaccare il cuore dell’Europa cristiana. La notizia si sparge velocemente e la preoccupazione cresce. Non è semplice radunare le forze necessarie a opporsi al nemico. Gli scismi del secolo precedente hanno diviso i cristiani, e le ambizioni politiche contrappongono i re appartenenti alla stessa fede, ma proprio in questo momento di grave pericolo i cuori più generosi d’Occidente si uniscono in difesa della Croce: il principe Eugenio di Savoia, desideroso di mettere la propria abilità al servizio di una buona causa, il re polacco Giovanni Sobieski, che dimentica le divergenze con l’imperatore Leopoldo, mentre Marco d’Aviano, cappuccino e uomo di grande fede, si adopera per procurare alleanze ma soprattutto per tenere unita nella preghiera la comunità. Tutti, uniti nella supplica, fanno la loro parte per la salvezza propria e della cristianità intera. Nel frattempo infuria la guerra, le forze turche sono di gran lunga superiori. È questo che rende ancora più sorprendente il prevalere dell’esercito cristiano. Il colpo di grazia sembra sferrato direttamente dal cielo: uno speciale ordine militare polacco, poco numeroso ma estremamente ardito, attacca dalle colline guidato da Joseph Lelewel. Le vesti di questi soldati sono lucenti, le lance micidiali, la carica prorompente, e dalle loro spalle si agitano al vento maestose ali spiegate. Sono gli Ussari alati.