Mario Benedetti
Un grande cronista dell'animo umano ci svela quell'inestricabile groviglio di delusioni e speranze che chiamiamo vita.
«Difficilmente, nel leggere un romanzo, si assiste alla messa a nudo della coscienza di un essere umano così precisa, lucida, spietata, profonda» – Il Corriere della Sera
«Benedetti è l'artista che meglio ha saputo dare voce a un popolo spesso sospeso tra l'entusiasimo e la delusione, il fervore e lo scetticismo, il tutto e il nulla» – La Repubblica
«Un romanziere e un poeta di una estrema umanità» – José Saramago
"Ecco perché esitiamo. Forse perché non ci rassegniamo al minuto unico e felice. Preferiamo perderlo, lasciarlo trascorrere senza fare nemmeno il ragionevole tentativo di afferrarlo. Preferiamo perdere tutto, piuttosto che ammettere che si tratta dell’unica possibilità e che questa possibilità è solo un minuto e non una lunga, impeccabile esistenza."
Edmundo e Ramón Budiño: due generazioni a confronto sullo sfondo di un paese immobile e corrotto, che non è più quello del padre ma ancora non ha trovato il coraggio di diventare quello del figlio. Edmundo è un uomo arrogante, avido di potere e disonesto che opprime i figli e la moglie. Ramón, al contrario, è un quarantenne indeciso che sente il bisogno di cambiare le cose ma che fatica a trasformare i pensieri in azioni. Per uscire da questo vicolo cieco e per restituire al figlio Gustavo i sogni e la speranza che lui stesso non riesce più a coltivare, Ramón decide di commettere un atto estremo: uccidere suo padre. Postfazione di Andrea Bajani.