Claudio De Vincenti, Michele Grillo, Emilio Barucci
L'intervento e il ruolo dello Stato nell'economia e nella società italiana è il tema centrale di questo volume. Ne emerge un quadro preoccupante. Il progetto di affidare parti importanti del governo dell'economia a soggetti terzi dalla politica, uno dei capisaldi dello spirito riformatore degli anni Novanta, non si è pienamente consolidato. Lo Stato come imprenditore non ha saputo definirsi un ruolo: spesso si è limitato a perseguire la massimizzazione del profitto per esigenze di bilancio, in altri casi ha perpetuato la cattiva gestione. Negli ultimi anni l'azione dello Stato come programmatore dell'iniziativa privata si è indebolita: la macchina della pubblica amministrazione non ha sanato le sue inefficienze, per esempio della costruzione di opere pubbliche; si rischia il ritorno all'approccio command & control trascurando incentivi e meccanismi di mercato. Infine lo Stato come assicuratore è stato incapace di aggiornarsi contribuendo alla diffusione di una cultura grossolana del rischio che può minare sia la coesione sociale sia le stesse potenzialità di crescita. Non è il tempo dell'ideologia sul confronto Stato e Mercato. L'evidenza è quella, da un lato, di "troppo" Stato al posto sbagliato e, dall'altro, di "poco" Stato e non riqualificato in snodi cruciali del Paese. Una conclusione che porta ad un recupero della sfera politica che deve procedere di pari passo con il consolidarsi di un assetto di governo tecnico dell'economia e della pubblica amministrazione.