Roberto Peregalli
Dopo averci condotto negli abissi della parola "invisibile" in un excursus avvincente agli albori del pensiero greco, dopo le esplorazioni metafisiche de "I luoghi e la polvere", una considerazione controcorrente, profonda e melanconica sulla perdita della memoria nell'estetica contemporanea, e dopo averci guidato nei meandri della "Recherche" di Proust con un libro "gioiello", in cui le immagini dell'autore si specchiavano simmetricamente nelle sue parole, rievocando un mondo perduto, Roberto Peregalli, filosofo e architetto, scrive la quarta tappa di una riflessione sull'uomo e sul mondo che ci avvolge con quest'ultima opera "Il corpo incantato", un omaggio struggente e profondo al corpo femminile e alle sue "sublimi" sfaccettature. L'autore lo definisce un "piccolo manuale (quasi) pornografico". In realtà questo libro personalissimo ci svela la donna vista da un'angolatura segreta, messa a nudo nella sua fragilità e nella sua profondità misteriosa. Facendo riferimento anche ad opere d'arte (quali ad esempio "L'origine del mondo" o "L'ultimo tango a Parigi") questi dodici capitoli, brevi e intensi, in cui si scandisce il libro, esplorano l'universo femminile visto dallo sguardo di chi scrive. Gli argomenti sono strettamente legati, dalle forme del corpo (la pelle, il seno, il pube, le natiche), agli atti che lo manifestano (il congiungimento carnale anche contro natura, la gelosia, l'ossessione, il piacere, la morte, l'amore senza ritorno). Sono pensieri, aforismi, appunti di viaggio legati da un fil rouge comune, l'imperfezione della bellezza e la sua forza lucente. Luoghi e corpi si intersecano in un intreccio intriso di nostalgia e di estatica ammirazione. Il libro, con la veste estetica di Luca Stoppini, è corredato di immagini che rappresentano dettagli di opere fotografate dall'autore e stampate su pagine bianche quasi trasparenti, per dare il senso della bellezza effimera e sottile del corpo della donna e del fascino rapinoso che suscita in noi.