Il mare non serve a niente

Una storia di grande coraggio, che ci insegna a credere ai sogni, fino in fondo

Lontano dal mondo, c’era una bambina di nome Anna. Abitava in un palazzo di cento piani e dalla finestra di camera sua si vedeva il cielo, ma a lei non interessava.
Anna voleva il mare e diceva a mamma e papà: «Il mare è grande, fuori fa rumore ma dentro è silenzioso e pieno di meraviglie».
«E tu come lo sai?» le domandavano.
«Io l’ho letto nei libri…»
«Il mare non serve a niente» rispondevano.
E chiudevano la porta.

«Il mare non serve a niente» è la frase che i genitori dicono ad Anna tutte le sere, perché lei vorrebbe uscire da camera sua, scendere i cento piani del palazzo in cui vivono e fare il bagno nel mare con i pesci. Anna non può tuffarsi e non può permettersi di sognare troppo. Quindi compensa leggendo tutto sul mare: atlanti, manuali, storie e leggende. E il suo romanzo preferito, «Moby Dick». Qualcosa cambia quando la madre le regala un pesce rosso, che lei decide di chiamare proprio Moby Dick, come la balena che il capitano Achab ha cercato per tutta la vita. Grazie a Moby imparerà che i sogni non sono impossibili. E quando vede un'enorme balena appesa a un palloncino avvicinarsi alla sua finestra, Anna non esita un solo istante e decide di seguirla. Conoscerà finalmente il mare e soprattutto saprà che niente è impossibile. Una strenna natalizia poetica per tutti i fan della Bigotta, gli amanti dei bei libri e gli eterni sognatori.