Iulita Iliopoulu
Il luogo, come elemento di identità, costituisce per Iulita Iliopulu quasi un DNA e riveste un'importanza primaria nella sua poetica. Poesie nate e in gran parte scritte a Spetses, una delle isole Saroniche, dove immaginazione ricordi e frammenti della vita concreta si mescolano dando espressione a una nuova verità del profondo. Nessun titolo poteva essere più appropriato per racchiudere in poche parole i tanti protagonisti che convivono, come tessere di un mosaico, nelle tante voci contrastanti della notte, sentita da una parte come rifugio e dall'altra come oscurità: ora è la luce dolce del ricordo, venata di una sensibilità coniugata tutta al femminile e percorsa da tracce di delicata sensualità erotica; ora è perdita e assenza, la notte che spaventa con i suoi incubi; ora è riparo dal frastuono del giorno. Lo sguardo di Iliopulu, se da una parte indaga e scava nel proprio mondo interiore, dall'altra dà voce anche ai dolori, alle passioni degli altri, alle tragedie e ai traumi del nostro secolo cinico e appesantito; penetra con immagini e versi laceranti nel silenzio e nell'inevitabile oblio del tempo, facendo riemergere momenti e immagini di altre età, di tutte le età, passate e presenti, sue e degli altri, in un'intensa partecipazione empatica anche con quelle vite che si chiudono in loro stesse e nello spazio sempre più ristretto di una casa divenuta insieme protezione e prigione. Le poesie della Iliopulu si distinguono per un timbro limpido e sonoro. Nei suoi versi c'è un'attenzione al suono e al ritmo che valgono quanto il significato; le tante immagini, gli innumerevoli volti e aspetti sono come filtrati attraverso una «fessura di luce» fino a riconoscersi in una silenziosa melodia con le sue fughe e pause orchestrate in un vero e proprio disegno musicale che fa loro da sfondo, tessendo ingegnosamente un unitario contesto espressivo.