Carmine Mari
Salerno, 1239. Figlio d’arte, Rogerius è un brillante studente della famosa Scuola medica, la cui passione e curiosità lo conducono a esplorare nuovi campi del sapere. È in procinto di portare a termine il corso di studi, quando un anziano magister, corroso dalla malattia, lo convoca al proprio capezzale per invocare la sua misericordia. Rogerius asseconda il desiderio dell’uomo in fin di vita; ma che cosa gli avrò mai perdonato?, si chiede perplesso. “Trova il cilindro prima di loro”, gli aveva detto il maestro, “sanguis draconis”, le sue ultime parole. Che cosa si cela dietro quella frase, in apparenza senza senso? Domanda a cui il giovane cercherà di dare risposta frugando nel passato della propria famiglia, tra alambicchi, elettuari, erbe curative, sostanze esotiche e preparati miracolosi. È l’inizio di un mistero che si infittisce giorno dopo giorno; un rebus fatto di bugie, delitti, rancori mai sopiti, cui si aggiungono una sete perversa di conoscenza e il segreto di Charaka, una medicina ricavata da una bacca dagli effetti portentosi. Lo scontro politico tra il papa Gregorio IX e l’imperatore Federico II trasforma la città in un campo di battaglia, trascinando Rogerius nella mischia contro tagliagole, magistri in cerca di gloria, nobili e uomini di Dio in lotta per la conquista del potere.