Robert Louis Stevenson
Scritto e pubblicata nell'anno della prematura scomparsa,"Il riflusso della marea" narra la storia di tre uomini: un ex impiegato vigliacco, un ex scrivano farabutto e un ex capitano di marina che, in preda all'ubriachezza, aveva provocato il naufragio di una nave. Falliti nella vita e rifugiatisi nelle isole del Pacifico, i tre si trovano implicati in un balordo tentativo criminale, destinato a travolgerli definitivamente. Il romanzo è incentrato sul drammatico contrasto fra le bellezze di un mondo ancora intatto e la corruzione morale che segue come una maledizione l'uomo civilizzato. Stevenson racconta ancora una volta la lotta fra il bene e il male, in un apologo che apre la strada ai grandi eroi contradditori di Joseph Conrad, da Almayer a Lord Jim. La rinnovata forza di ispirazione trovata dallo scrittore nel suo soggiorno a Samoa ha prodotto un gioiello narrativo che è forse il suo più moderno, quello che più si allontana dalle avventure ottocentesche e già preannuncia il romanzo del Novecento. "C'è una marea nella faccende umane", scrive Stevenson: una marea che, come in Jekyll e Hyde, obbliga inesorabilmente l'individuo al confronto fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, fra la caduta e la redenzione.