Massimo Onofri
Se c'è un secolo che è stato davvero plurale - nei valori e nei disvalori, nelle idiosincrasie, nelle opzioni culturali e stilistiche -, questo è stato il Novecento. Un secolo tutt'altro che breve e che, culturalmente e ideologicamente, non è mai finito di finire. Un secolo che, se ha celebrato la letteratura nella sua autonomia categoriale, della lettetatura ha dovuto constatare invece tutte le compromissioni con le nuove scienze umane, tutte la sua impurità. Un secolo che, nonostante gli infiniti parricidi, continua a proiettare la corrusca luce dei suoi padri fondatori sul nostro presente. Di tutto questo, in una scrittura elegante e nervosa, ellittica e risentita, Massimo Onofri ha fatto appassionato e originale racconto: narrando idee e movimenti come fossero personaggi, e le persone e i personaggi come fossero idee. Racconto che, proprio là dove più pare crescere dentro la sua narrativa fiamma, non rinuncia ai doveri, che restano sempre gli stessi, d'ogni vera e nuova storia letteraria.