Pino Bertelli
Non abbiamo nessuna intenzione di rendere facile o disvelare ai lettori che non s'apprestino in tutta coscienza ad entrare (senza ritegno) nel vissuto di questo pamphlet neosituazionista - scritto in lingua rovescia - le tracce del suo incedere surreale e i percorsi accidentali che lo sostengono. È una lectio magistralis di critica radicale della politica dello spettacolo, più ancora, un elogio all'insurrezione dell'intelligenza che alza ecumenicamente il tiro sui politici, preti, rabbini, imam... cani da guardia e servitori che si sono macchiati di crimini impuniti e perpetuano (in bella mano) l'orgia del potere... a memoria di ubriaco, non si era mai immaginato di far coincidere il profumo del biancospino (che muta le costellazioni...) e la rivoluzione della gioia... far conoscere la fame e la paura a chi non le ha mai incontrate (ma le ha generate), a calci in culo... a un certo grado di qualità la scrittura si trascolora in metafora, in segno, in azione e bisogna avere l'anarchia nel cuore e l'amore dell'uomo per l'intera umanità, prima di passare dalle armi della critica a insurrezioni più profonde nel corpo sociale.