Hakim Bey, Abel Zug
Un'antologia spirituale sulla storia dell'hashish, il suo folclore, la sua antropologia culturale, e i tanti modi per assumerlo, cucinarlo o berlo: accanto a straordinarie ricette, ricche di lontani echi e profumi (dall'Africa del Nord all'India), i resoconti dei "viaggiatori occidentali" più esotici e aperti al mistero, che per primi ebbero modo di assaporare le conturbanti atmosfere generate dall'assunzione dell'hashish. In una fase storica segnata dal proibizionismo e dall'idea di uno "Stato etico" che tutto governa, e da guerre culturali altrettanto dispotiche e violente contro ogni libertà individuale, questo libro è decisamente un tonico rinfrescante per lo spirito. Hakim Bey è perfetto nel suo ruolo di curatore di un'antologia sulle ricette legate all'hashish. Navigato viaggiatore in Iran, Asia e Medio Oriente, è stato uno sperimentatore assolutamente non ortodosso, sia delle spiritualità estreme sia dei modi più diversi per accedere ai diversi stati non ordinari della coscienza, tanto da diventare uno dei filosofi più influenti a livello mondiale relativamente all'idea di utilizzare la cannabis come sacramento spirituale, in sintonia con quanto da sempre praticato dallo shivaismo.