Virginia De Silva
In lingua tigrina gudat akal significa "corpo danneggiato", espressione utilizzata nel contesto locale per indicare la disabilità fisica. Basato su una ricerca antropologica realizzata tra l'ottobre 2014 e l'agosto 2015 in due aree urbane del Tigray (nord Etiopia), questo libro studia le modalità di costruzione sociopolitica della disabilità, una categoria relazionale, porosa e fluida, plasmata da differenti sistemi medici e regolata da specifici rapporti di forza. Il testo si articola in cinque parti: un capitolo introduttivo e quattro sezioni tematiche approfondiscono storie, discorsi, diseguaglianze, pratiche (r)esistenziali e ruoli di cura nella gestione pubblica e intima della disabilità. Riflessioni e descrizioni si alternano in un costante intreccio dialogico tra soggettività e istituzioni. Attraverso la lente dell'antropologia medica, fondata sulla ricerca etnografica, l'Autrice riesce a mostrare come le più intime percezioni del sé risultino influenzate da processi socio-politici più ampi e profondi.