Merce Rodoreda
5 curiosità su La morte e la primavera
- La morte e la primavera è l'ultimo romanzo di Mercè Rodoreda. Una prima versione fu conclusa nel 1961, ma di fatto la scrittrice catalana ci lavorò durante tutto il corso della sua vita, limando e riscrivendo più volte molti dei passaggi.
- Per anni Rodoreda si dedicò a disegnare le mappe del paese in cui è ambientato il libro, immaginando e delineando luoghi dai nomi evocativi, dalle grotte della Maraldina alle Montagne Viola.
- Oltre a inventare topografie inedite, Rodoreda crea per il suo romanzo anche un intero universo di creature fantastiche, flora e fauna dai nomi suggestivi: fiori di fango, uccelli ficcanaso, predatori notturni...
- Il libro è stato spesso interpretato come un'allegoria della vita in un regime totalitario, visione che rispecchia l'esperienza della scrittrice catalana, politicamente impegnata nell'attività antifascista e costretta all'esilio dopo la vittoria di Franco.
- La morte e la primavera è considerato il romanzo più complesso e moderno di Mercè Rodoreda, un racconto distopico e visionario che ricorda le atmosfere di una fiaba oscura.
In un paese senza nome retto da leggi crudeli - uomini costretti a dimostrare il proprio coraggio nuotando nel fiume che scorre sotto il paese, persone seppellite negli alberi - un adolescente si ritrova all'improvviso orfano. Solo, dovrà imparare a destreggiarsi e a proteggersi dalla diffidenza dei suoi concittadini in un mondo claustrofobico che non comprende e non accetta. Finché un giorno anche in lui, come nelle montagne incontaminate che circondano il paese, non si risveglierà la "primavera", ovvero l'amore. Interpretato spesso come un'allegoria della vita in un regime totalitario, "La morte e la primavera" è un romanzo sul potere, l'esilio e la speranza che in una società conformista germoglia anche dal più piccolo gesto d'indipendenza.