Michel Marie
«C'è un modo specifico di intendere la Nouvelle vague, che è quello del puntiglioso e per molti aspetti defnitivo saggio di Michel Marie» - La Stamapa
Nel secondo dopoguerra, in Europa manca tutto: servizi, infrastrutture, luoghi di socialità. Un forte vento di rinascita e rinnovamento si fa però sentire in ogni ambito, anche nel cinema. Serve un gesto di rottura critica, aspra e rapida, che arriverà per mano dei cosiddetti "giovani turchi", critici cresciuti alla scuola di André Bazin e confluiti nei famosi "Cahiers du Cinéma". Tra loro François Truffaut, Jean-Luc Godard, Éric Rohmer e Claude Chabrol, tutti critici che diventeranno registi. Sarà rivoluzione: quella che nel 1959 verrà definita "Nouvelle Vague" è una vera e propria onda di cambiamento che trasformerà il cinema nell'occhio politico e sociale della realtà e della quotidianità. Michel Marie ricostruisce il percorso di questo movimento, che ha saputo anticipare e interpretare quel bisogno di liberazione giovanile spudorato e ingenuo che negli anni Sessanta ha invaso le strade del mondo.