Grazia Di Veroli
Una storia, quella di Mario Limentani deportato a Mauthausen, che s'intesse nella Storia con la S maiuscola. Rastrellato nelle vie di Roma nella seconda metà del dicembre 1943, mentre la resistenza romana è attiva contro l'occupante tedesco, Limentani viene portato in questura ed è riconosciuto come ebreo. Inizia da lì il suo calvario. A differenza degli altri ebrei rastrellati dopo la razzia del 16 ottobre 1943, avrà come prima e unica destinazione il Lager di Mauthausen e i suoi sottocampi, dove rimane prigioniero per circa un anno e mezzo. Il primo impatto di Limentani con Mauthausen sono le botte, perché ebreo; subito dopo, la babele delle lingue parlate nel campo, la fame e, soprattutto, il ricordo indelebile della "scala della morte": 186 gradini da salire giorno dopo giorno, ora dopo ora, con un masso di granito sulle spalle. Introduzione di Mario Avagliano.