Giovanna Mozzillo
Un romanzo che è al tempo stesso testimonianza su un passato prossimo spesso accantonato e commossa riflessione sull'amore e sulla morte.
Storia di un amore all'ennesima potenza al tempo del fascismo e della guerra. Un amore tenero, appassionato, inebriante, ma vietato dalle convenzioni dell'epoca. E perciò intessuto di laceranti attese, di ansie, di struggimenti, ma, ciò nonostante, anche di tanta, tantissima felicità. Ne sono protagonisti Leonardo, conteso tra il bisogno di tenerezza e le ambizioni professionali e mondane, e Rosella che, benché fragile e vulnerabile, trova nella fedeltà alle ragioni del cuore il coraggio di sfidare i codici di comportamento imperanti. Intorno a loro, Napoli, ancora radiosa nella sua intatta bellezza, con il mare incontaminato di Posillipo, i pranzi allo scoglio di Frisio, le feste al Giardino degli Aranci, le cene nelle trattorie di Antignano, le serate al San Carlo, lo "struscio" a Toledo, i concerti in Villa Comunale. E una schiera di personaggi che tutti si sottraggono ai luoghi comuni, con il vivacissimo ritratto di una borghesia arroccata nei propri privilegi, ma ammantata nel velo del sentimentalismo. E di un popolo ancora identico solo a sé stesso nelle forme della devozione e nella calda spontaneità. Sullo sfondo le parate di regime, gli echi dei conflitti d'Etiopia e di Spagna, i cortei di studenti che cantano "Giovinezza", e poi la guerra, i bombardamenti e il trauma della quotidianità sconvolta dall'emergenza.