Alberto Contri
Il nostro Paese è fermo a causa della diffusissima sindrome del criceto, di cui soffre molta parte della classe dirigente. Intenta a perseguire obiettivi a breve termine o guadagni immediati, essa finisce per correre soprattutto per sé stessa, come fa il criceto nella sua ruota, condannando il Paese a non avanzare mai. Come se non bastasse, la mitizzazione di un incessante progresso tecnologico sta programmando un pianeta popolato da ominidi sempre più tracciati, manipolabili ed eterodiretti, mentre la sconsiderata diffusione delle teorie gender sta favorendo la trasformazione delle persone in esseri neutri, senza storia né tradizione, unicamente in balia delle proprie fluide voglie. Le pagine di Orwell, Benson e Huxley sono diventate il calendario di una realtà distopica, che sempre più persone di buona volontà stanno cercando di riportare alle corrette proporzioni tra l'uomo e il creato.