Paolo Scardanelli
«Il romanzo è una sorta di rissoso e interessante distillato, un memoriale atipico» - Orazio Labbate, La Lettura
Era l'estate del 1979. Paolo, finiti gli esami di maturità, parte con il gruppo dei Giovani Comunisti siciliani per partecipare a un raduno in Friuli. Per la prima volta si separa dal suo caro amico Andrea, un ragazzo tormentato, ingabbiato in una relazione travolgente con Anna, libera e indipendente fino alla sfrontatezza, e logorato dal rapporto problematico con il padre, Nino Algino, affermato imprenditore della comunità etnea. Il racconto di Paolo segue le ombre che cominciano ad addensarsi sulla giovinezza del suo amico, fino a un omicidio che sconvolgerà la sua esistenza e lo costringerà ad affrontare il proprio abisso. Il primo capitolo di una saga familiare che ricalca lo scorrere delle vite e delle coscienze in una narrazione accorata in cui la vita si intreccia alla morte, la disperazione alle istanze della ragione, il senso al vuoto. Sullo sfondo l'Italia dei fine '70 e i primi anni '80, il tramonto delle illusioni politiche e l'inizio del disimpegno. E le vette silenziose del monte Etna, rifugio di pace, dove si contempla l'assoluto con la consapevolezza che, se non per brevi attimi, la felicità rimarrà irraggiungibile.