William Boyd
Storia di un amore folle e cieco, intimo ritratto della vita di un uomo e, al contempo, lucido sguardo sullo spirito del tempo, L’amore è cieco è romanzo di vertiginosa passione e brutale vendetta, in cui arte e vita si danno la mano dinanzi alle speranze e alle illusioni, alla potenza e alle crudelta che l’amore puntualmente riserva.
«Boyd è tornato con un romanzo che pochi dei suoi contemporanei potranno eguagliare. Questo libro bello, toccante e intelligente è la cosa migliore che abbia mai scritto.» – Obsever
«Una raffinata performance: un’abile alchimia di fatti e finzione, di mito letterario e immaginazione.» – The Guardian
«William Boyd è nel suo elemento con questo avvincente romanzo: un mondo e una storia così fuori dell’ordinario, eppure così convincenti da sembrare reali.» – The Times
Edimburgo, 1894. Brodie Moncur ha ventiquattro anni e da sei lavora per la Channon & Co., il quarto maggior produttore di pianoforti in Gran Bretagna. Valente accordatore, viene invitato un giorno da Ainsley Channon a trasferirsi nella sede di Parigi, dove i pianoforti Channon stentano a conquistare le simpatie francesi. Nell’imponente negozio parigino, Brodie abbraccia con entusiasmo la sua nuova vita, lontana dalla Scozia, soprattutto, lontana dal suo tirannico padre. Si rimbocca le maniche e concepisce un’idea brillante: ingaggiare un grande pianista, un virtuoso dello strumento, che suoni un Channon nei suoi concerti e dia, cosi, lustro all’azienda. L’occasione per realizzarla gliela offre il Theatre de la Republique, in una serata in cui John Kilbarron, ex bambino prodigio e musicista di indiscusso talento chiamato Le Liszt irlandais, esegue impeccabilmente la Sinfonia n. 3 di Čajkovskij e un poema sinfonico di Panin per la voce solista di Lydia Blum, soprano russa. Alla fine della serata, Brodie si reca nei camerini degli artisti e, bussando a una porta, si ritrova al cospetto di una giovane donna. Capelli biondi mossi e arruffati, occhi azzurri e labbra rosee, una vestaglia sgargiante addosso a coprire un’evidente nudita, una sigaretta tra le labbra con qualche briciola di tabacco raccolta alla punta della lingua, Lydia Blum, la soprano russa, fissa i suoi occhi nei suoi, e una grossa bolla d’aria si fa largo, come un pugno, nel petto di Brodie Moncour, giovane accordatore scozzese.