Moses Finley, Ettore Lepore
Colonia, colonizzazione, colonialismo sono parole consuete nel nostro linguaggio quotidiano, che esprimono generalmente una necessità di dominio, lo stato di soggezione di territori conquistati e amministrati da imperi centrali, la cui emancipazione ha comportato nella storia rivoluzioni, guerre di liberazione da servitù coloniali, processi di decolonizzazione. Ma, alla luce di una raffinata analisi storica, questi concetti mostrano una gamma svariata di sfumature e differenze di significato, al punto che, se utilizzati in modo generico, finiscono con l'essere a volte anacronistici, altre volte per lo meno inadeguati o comunque insufficienti a descrivere una situazione storica determinata. Moses Finley ed Ettore Lepore, due tra i maggiori storici dell'antichità che abbia conosciuto il secolo appena conchiuso, hanno il merito di aver riflettuto nel modo più acuto e penetrante su tali problemi, proponendo una serie di spunti e di criteri di lettura che hanno fatto scuola negli ultimi venti anni e che sono diventati testi di riferimento, da cui non è possibile prescindere.Il saggio inedito di Moses Finley (in origine una conferenza letta alla Historical Society il 19 settembre del 1975) è una messa a fuoco straordinaria delle diverse situazioni politiche, economiche e amministrative che si celano sotto la parola colonia: un «tentativo di tipologia» che guarda ben al di là dell'universo greco antico, a partire dai sistemi di dominazione impiantati dai Crociati fino al caso macroscopico dell'Impero britannico o a quello della colonizzazione francese in Africa.Nel saggio di Ettore Lepore, il concetto di colonia viene invece analizzato alla luce della grande colonizzazione greca dei secoli VIII-VI a.C. in Italia meridionale. L'autore, dopo aver mostrato come sia fuorviante tradurre nel latino colonia il concetto greco di apoikia, produce una sintesi mirabile dell'esperienza colonizzatrice greca in Italia: un vero e proprio testamento scientifico, nel quale sono tracciate le linee essenziali di quel grande progetto intellettuale - una Storia della Magna Grecia - al quale, disgraziatamente, non gli fu possibile porre mano.