Olivia Campbell
Ai primi dell’Ottocento, moltissime donne morivano di malattie curabili perché si rifiutavano di sottoporsi alle visite mediche dato che queste erano eseguite esclusivamente da dottori di sesso maschile ed erano spesso umilianti o persino dolorose. A quel tempo, inoltre, le donne erano terrorizzate dal pensiero di essere giudicate malate e di vedersi così precludere la possibilità di trovare marito, lavoro, o di entrare in società. Spinte dalle loro storie personali di perdita e frustrazione causate da cure mediche inadeguate, Elizabeth Blackwell, Elizabeth Garrett Anderson e Sophia Jex-Blake hanno cominciato a battersi perché le donne potessero accedere a un trattamento dignitoso ed equo e trovare il loro spazio all’interno del mondo della medicina che allora era esclusivamente in mano agli uomini. Per la prima volta in assoluto, "Le ragazze in camice bianco" racconta la storia integrale di queste temerarie pioniere che nonostante infiniti ostacoli sono riuscite a conquistare una laurea in medicina e hanno aperto la strada a tutte le altre donne che desiderassero seguire i loro passi. Anche se erano molto diverse tra di loro, per personalità e circostanze, insieme sono state capaci di avviare ospedali e centri di insegnamento gestiti da donne, creando così per la prima volta nella storia delle strutture in cui le donne potessero essere curate da altre donne. Con una narrazione avvincente, supportata da una ricerca massiccia che ha portato l’autrice ad accedere a materiali d’archivio finora poco studiati, "Le ragazze in camice bianco" fa conoscere al grande pubblico la storia di tre donne coraggiose che diventando dottoresse hanno scardinato le barriere di genere in ambito medico, favorendo le possibilità di cura per tutte le donne del mondo.