Omar Calabrese
Tornare a leggere certi libri del passato è un'occasione per riconoscerne il valore e l'attualità. L'età neobarocca di Omar Calabrese - pubblicato nel 1987 per Laterza - vive da più di trent'anni fuori dal tempo perché continua a permettere letture innovative in relazione ai sempre più variegati momenti culturali della nostra società. Il libro partiva dalla constatazione, allora per certi versi "sconvolgente", di una uniformità stilistica in grado di travalicare i confini abituali dell'estetica, includendo sotto la voce neobarocco, non solo la produzione propriamente artistica - visiva, musicale, letteraria - ma anche quella mediatica, in particolare televisiva, fino ad arrivare alle teorie scientifiche che allora occupavano il centro del dibattito. Tematiche, come si vede, che restano di grande attualità. Come aveva già rilevato l'autore, il sistema dei segni poteva essere intercettato con mosse precise: "la prima consiste nel prendere oggetti culturali - anche assai disparati tra loro - e considerarli fenomeni di comunicazione, cioè fenomeni dotati di una forma, di una struttura soggiacente. Che cosa fa l'analista? Prende un film, una scultura, un quadro, una partitura musicale, un programma televisivo, una serie di azioni di un gruppo di persone e ne ricerca una forma soggiacente, che può essere narrativa, plastica, figurativa, tematica, e sulla base di questa forma procede alla comparazione per trovare differenze e somiglianze". Appare chiaro il ruolo di Omar Calabrese come precursore di un metodo attualissimo per interpretare il gusto della contemporaneità più flagrante, fatta di eccessi, di instabilità, di disordine e caos, di nodi e labirinti, di complessità di difformità e di normalità, insomma di un gusto "neobarocco".