Geraldine Brooks
America settentrionale, 1660. Bethia, la figlia di un pastore di una piccola comunità di pionieri puritani insediatisi sull'isola di Martha's Vineyard, ha dodici anni quando incontra Caleb, figlio dello sciamano della tribù wampanoag. Inquieta e curiosa, Bethia subisce a malincuore quello che è il destino di una ragazzina del XVII secolo: non accedere all'istruzione o, come dice Makepeace, il suo pingue e pigro fratello, essere «dispensata» dall'onere degli studi. Trascorre così le giornate occupandosi della casa e del padre, uomo di specchiata e intransigente moralità. Nei momenti liberi, tuttavia, il suo desiderio di conoscenza dello strano mondo e delle cose che la circondano prende il sopravvento, ed è girovagando per l'isola che incontra Caleb: un incontro che segnerà la sua esistenza per sempre. Caleb rispetta e venera la natura, non conosce il significato del termine «peccato» e non capisce perché gli inglesi si accontentino di un solo dio, per giunta lontano e invisibile. Bethia legge, invece, alacremente le Scritture e porta sempre con sé una copia gualcita del catechismo. Due mondi lontani, situati sulla stessa isola, si incontrano e si desiderano. E l'incontro sembra trovare un magnifico e inaspettato coronamento quando Caleb accoglie il Dio dei cristiani e decide di intraprendere un cammino di studio fino a diventare quello che Bethia non può, o meglio quello che a Bethia è proibito essere: una persona istruita che può liberamente decidere del suo destino. Ispirato alla storia vera del primo nativo americano laureatosi a Harvard, "L'isola dei due mondi" è un romanzo che narra di amicizia e libertà, emancipazione e pregiudizio, in un'epoca in cui due culture si sfidano e si incontrano per la prima volta.