Claudia Montepaone
Lo "sguardo sul margine", ossia sugli aspetti periferici delle società greco-antiche, rappresenta l'inconsueto punto di vista assunto dall'autrice come filo conduttore di questo volume. Il risultato è un'ampia e accurata ricognizione sulle manifestazioni cultuali e mitiche rivelative della presenza sotteranea, ma non per questo meno efficace, di "voci dal margine", soprattutto femminili, che hanno lasciato nella cultura greca tracce profonde. Claudia Montepaone segue queste tracce, delineando un percorso che si snoda intorno a testimonianze letterarie, filosofiche e archeologiche, sapientemente intrecciate allo scopo di dipingere un grande affresco della cultura e della società antiche, sul modello di quello composto dal Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena e riportato in copertina. Anche in quel caso si tratta di una rappresentazione a posteriori che intende offrirci uno spaccato della società antica, in cui le donne, con i loro rituali, vengono collocate al centro della scena, entro l'universo della vita politica cittadina, per eccellenza maschile. Dunque, i protagonisti di questa ricostruzione sono personaggi da tratti distintivi "anomici" rispetto al "nomos" della "polis", espressione della razionalità e dell'ordine. Ma non c'è ordine e non c'è razionalità che non si costituisca proprio esorcizzando ciò che è stato previamente raccolto sotto la categoria del caos e dell'irrazionale. Questo universo, che si autodefinisce in termini di opposizione alla città, è idealmente popolato di figure mitiche espressive di situazioni sociali e politiche al limite della normalità: non solo donne, ma anche adolescenti matricidi e folli (Oreste), personaggi per lo più giovani, dominati da forme di delirio di onnipotenza e asocialità (le figlie di Preto, Ippolito). E, sopra di essi, divinità anch'esse "diverse", prima fra tutte Artemis, chiamate a sciogliere i loro intricati destini terreni.