Herbert Lieberman
Herbert Lieberman si cala nella mente dei tre protagonisti scandagliandola nei minimi dettagli e costruisce una narrazione tesa, carica di angoscia. Rielabora con originalità e potenza la tradizione del gotico e i suoi stilemi – la casa maledetta, l'ospite inatteso – e ci regala un romanzo modernissimo che è anche un omaggio ai grandi maestri del genere, da Edgar Allan Poe Shirley Jackson.
Albert e Alice Graves si sono appena trasferiti in campagna per godersi serenamente la pensione in una villetta circondata da alberi. Un giorno un giovane operaio, Richard Atlee, si presenta per la manutenzione della caldaia e i Graves lo invitano a cena. Nelle settimane successive in casa cominciano a sparire degli oggetti, e ben presto vien fuori che a rubarli è stato Richard, per arredare l'intercapedine che si trovano in cantina e nella quale si è insediato. All'inizio i Graves cercano di cacciare il giovane, poi provano ad accoglierlo, ma Richard non accetta l'offerta, rimane nascosto nel suo spazio angusto sotto la casa. È brusco, silenzioso, a tratti aggressivo. Comincia così un gioco al massacro che sembra non conoscere fine, nel quale il ragazzo diventa di volta in volta il figlio che la coppia non ha mai avuto, un perfetto estraneo, un angelo vendicatore, un messaggero divino. Ancora lontano dalle atmosfere noir e metropolitane degli anni successivi, Lieberman si dimostra un maestro del thriller psicologico: si cala nella mente dei tre protagonisti scandagliandola nei minimi dettagli e costruisce una narrazione tesa, carica di angoscia. Rielabora con originalità e potenza la tradizione del gotico e i suoi stilemi – la casa maledetta, l'ospite inatteso – e ci regala un romanzo modernissimo che è anche un omaggio ai grandi maestri del genere, da Edgar Allan Poe Shirley Jackson.