Giulio Ferroni
Nessun pensatore politico ha subito, come Machiavelli, il rischio di una continua riduzione al facile stereotipo di se stesso: una serie infinita di deformazioni e attualizzazioni, che tuttora imperversano, ha voluto riconoscere a tutti i costi nel segretario fiorentino lo «scienziato della politica» per antonomasia, lo scopritore della sua presunta «autonomia». La forza e l’originalità di quel pensiero viene qui fatta risalire alla sua natura «pratica» e al suo svolgersi da essenziali radici letterarie. Ferroni ne mette in evidenza alcuni punti fondamentali: l’«incertezza», l’«illusione» e l’«errore» come dati determinanti dell’agire politico e la minaccia di rovina che incombe su ogni potere e ogni istituzione. L’interesse attuale verso il pensiero di Machiavelli si riconosce quindi nel suo prospettare una vera e propria «antropologia del rimedio»: compito del politico è per l’appunto quello di trovare rimedi, di stornare per quanto possibile la minaccia della rovina.Una simile prospettiva può essere oggi di grande interesse, nel nostro mondo globalizzato e minacciato da disastri di ogni sorta. Il pensiero di Machiavelli ritrova così un’attualità fuori dalle spire velenose del machiavellismo, al di là delle presunzioni e degli stiracchiati ammiccamenti dei tanti piccoli machiavelli nostrani.