Gwendolyn Brooks
“Maud Martha è nata nel 1917. È ancora viva”: si apre così l’unico romanzo scritto dalla celebre poetessa Gwendolyn Brooks, la prima afroamericana a vincere il Premio Pulitzer. Un romanzo dalla struttura originalissima, che in 34 fulminanti capitoli racconta tutta la vita della protagonista attraverso un prisma di informazioni minime, rarefatte, poetiche. Maud Martha Brown è una ragazzina cresciuta nel South Side della Chicago degli anni Quaranta. Tra bettole fatiscenti e cortili incolti, sogna New York, un amore romantico, il futuro. Ammira i denti di leone, impara a bere il caffè, si innamora, arreda il suo angolo cottura, sventra un pollo, risparmia un topo, compra cappelli, cerca di vedersi bella, partorisce una bambina. Anche suo marito, che ha la pelle solo un po’ più chiara, ha dei sogni: il Foxy Cat Club, le donne bianche, il mito della guerra. Ma i sogni di Maud Martha e di quelli come lei vengono, immancabilmente, messi alla prova da “brandelli di odio sgomento”: una certa parola di una commessa, quella visita al cinema, la crudeltà di un Babbo Natale nei grandi magazzini. Una realtà inospitale, dura, né bianca né nera, ma fondamentalmente grigia: una realtà in cui, anche se la rassegnazione è la scelta più ovvia, c’è chi, come Maud Martha, trova ancora il modo di non arrendersi, pur di rendere luminosissimo quel grigio. Malgrado tutto. Scritto nel 1953 ma pubblicato ora per la prima volta in Italia, Maud Martha è un mosaico delicato e devastante, capace di trasmettere al lettore il ritratto straordinario di una vita ordinaria, vissuta con saggezza, umorismo, rabbia, dignità e gioia.