Nero Wolfe: la prima indagine

Era il 1934 quando Rex Stout mise al mondo l’investigatore più stravagante e indimenticabile della letteratura gialla. C’è stato un tempo in cui il mitico duo investigativo Nero Wolfe - Archie Goodwin ancora non esisteva, in cui il più giovane Archie ancora non abitava nella leggendaria “brownstone” sulla Trentacinquesima Strada Ovest e non godeva tutti i giorni delle attenzioni del sublime cuoco Fritz Brenner. Il tempo in cui Archie era soltanto un giovanotto fresco di diploma sbarcato a New York dalle campagne dell’Ohio, un detective neofita che si sentiva tagliato per il lavoro di investigatore privato e sbarcava il lunario facendo qualche lavoretto per l’agenzia di Del Bascom. Sono anche gli anni della Grande Depressione, e il pur ottimista Archie è quasi pronto a gettare la spugna, rinunciando alla vita eccitante della metropoli, quando viene coinvolto assieme a Bascom in un’indagine molto speciale: i due sono inseriti nella task force di detective indipendenti formata da Nero Wolfe, già famoso investigatore, per lavorare sul sequestro del figlio del magnate degli alberghi Burke Williamson. È quello il giorno che cambierà per sempre la vita di Archie Goodwin, perché ha modo di conoscere il raffinatissimo detective privato che pesa un settimo di tonnellata e risolve complessi casi di omicidio senza mai abbandonare la sua poltrona, i suoi manicaretti e le sue orchidee, ma soprattutto di farsi conoscere da lui. È infatti proprio per via dell’intraprendenza e dell’intuito del giovane Archie che Wolfe lo fa assumere come autista della famiglia Williamson per scoprire chi ha architettato il sequestro del piccolo Tommie, avendo forti sospetti che si sia trattato di un lavoro dall’interno. Nemmeno il ritorno a casa del piccolo ostaggio soddisferà Nero Wolfe, perché nel frattempo ci è scappato il morto.