Stanley Kubrick
Un'opera che ripercorre le tappe della carriera di un cineasta spesso discusso, talvolta incompreso ma sempre indipendente fino all'ostinazione
«Queste interviste permettono di seguire l'evoluzione del rapporto di Kubrick con la macchina-cinema e la formazione parallela di una sua pratica di cinema e di comunicazione sempre più peculiare. È curioso vedere come, nella penna dei vari giornalisti, l'oggetto Kubrick si formi poco a poco, per approssimazioni successive. Man mano, questo regista eccentrico viene visto sempre meno come appartenente a una "nuova generazione" di registi americani del dopoguerra, e trovare termini di paragone per lui si farà sempre più difficile» – dalla prefazione di Emiliano Morreale
In tutto l'arco del Novecento pochi cineasti sono riusciti ad attraversare i decenni e i generi mantenendo una cifra stilistica propria e riconoscibile così come ha fatto Stanley Kubrick. In questo nuovo volume della collana dedicata al grande cinema, minimum fax presenta una raccolta di interviste che delineano con grande precisione il suo genio allucinato e metodico al tempo stesso, che ha accompagnato (e in molti casi creato) l'immaginario visivo degli ultimi quarant'anni. Da "Orizzonti di gloria" a "Full Metal Jacket", passando per "2001: Odissea nello spazio", "Arancia meccanica" e "Shining", quest'opera ripercorre le tappe della carriera di un cineasta spesso discusso, talvolta incompreso ma sempre indipendente fino all'ostinazione, che ci ha regalato alcune delle visioni più belle e profonde della storia del cinema.