D'Arienzo Apollonia
La malattia sento che mi ha cambiato non solo il corpo ma anche il cuore. Così, spesso, mi chiedo chi veramente sono oggi. Sono una libellula alla quale un dispettoso bimbo ha strappato le ali o, piuttosto, un leone pronto a ruggire contro la sorte? Sono una mano privata delle sue dita o, piuttosto, un pugno chiuso contro la vita stessa? Sono una vetusta Penelope, capace solo di sfilare le trame della sua vita o, piuttosto, una nuova e fiera Medea? Sono una semplice margherita senza più i suoi petali o, piuttosto, una tenace edera avvinghiata al muro della vita? Sono soltanto un pallido fantasma, l'ombra di me stessa o, piuttosto, una bellicosa valchiria? Sono ancora un essere umano o, piuttosto, un corpo privato della propria anima?