Rossana Veneziano
Pensatore a lungo dimenticato, la profonda e originale meditazione di Piero Martinetti è stata consegnata all’oblio, attraverso il topos di una sua costitutiva inattualità. La disamina di due testi esemplari, l’Introduzione alla metafisica e la Metafisica incompiuta, intende mostrare percorsi inaspettati di ricerca filosofica, lungo il sentiero tracciato dalla ragione martinettiana a partire dall’esperienza, verso la realtà religiosa e trascendente che per essa traluce. La relazione tra il pensiero metafisico-religioso di Martinetti e quello filosofico-scientifico coevo è stata poco indagata in passato. La sua metafisica idealistica, «assetata d’esperienza» e di scienza, pare dialogare criticamente con diverse correnti filosofico-scientifiche, quali soprattutto il coscienzialismo di Wundt e l’empiriocriticismo. Alla luce dell’attuale «sfida della complessità», il lettore avrà modo di scoprire un classico del pensiero. Il razionalismo religioso, critico-kantiano di Martinetti, unico filosofo a rifiutare di prestare giuramento all’autorità fascista nel 1931, è in grado di rivelare snodi concettuali transdisciplinari oltre gli steccati dello specialismo. La filosofia, nell’incontro con la scienza, ritorna all’interrogazione metafisico-religiosa sull’esperienza intera, nella consapevolezza che «la conoscenza è come il chiarore d’una fiaccola che ci rischiara il cammino in una notte oscura: noi vediamo pochi passi dietro a noi e pochi passi innanzi; il resto è tenebra profonda».