Andrea Rauch
Memoria dell'autore, con il suo gusto, le sue passioni, il suo entusiasmo e le sue illusioni. Passioni, entusiasmo e illusioni non solo grafiche. Le opere parlano del suo apprendistato, delle sue ispirazioni, dei modelli a cui si è riferito. Ci raccontano, in filigrana, dei grandi grafici della seconda metà del secolo scorso, la loro influenza sul suo lavoro (da Milton Glaser a Leo Lionni, da Grapus ad Alan Fletcher, a Maurice Sendak...), ci raccontano dell'utopia progettuale che vedeva nel design di comunicazione un mezzo per migliorare la società. Entusiasmi facili a cui sono seguite molte delusioni. Memoria dello spettatore. Molti riconosceranno forse il manifesto di uno spettacolo teatrale che ha amato o detestato, quello di una manifestazione cui ha partecipato, di una mostra che ha visitato. In altri tempi un bel manifesto veniva attaccato in camera e andava a creare il ricordo di un'esperienza vissuta. È troppo sperare che questo sia successo anche ad alcune di queste immagini? Memoria dei tempi, grafici e storici. Lo specialista o l'appassionato potranno vedere in ogni immagine il segno del momento in cui è stata prodotta, il cambiamento del gusto, della moda, l'atteggiamento progettuale, i vezzi tipografici. Un'immagine del 1975 non sarà certo uguale ad una del 2010. Il tempo passa con la falce ben arrotata. Comunque l'immagine ci testimonia dello scorrere del tempo grafico e dello scorrere del tempo storico con l'emergenza della cronaca e l'avanzare della storia. Queste figure ci parlano di cultura e di politica, ma anche di povertà, di guerra, di terrorismo, di violenza, di pedofilia, e molte ci ricordano bene il loro 'hic et nunc', con i protagonisti, i fatti e i misfatti di un'epoca in cambiamento continuo.