Djaimilia Pereira de Almeida
Mila arriva a Lisbona da Luanda a tre anni, spettinata e “aggrappata a una confezione di biscotti”. Suo padre è portoghese, sua madre angolana, tutto ciò che sa delle sue origini è legato ai nonni e ad alcune fotografie sbiadite. Mila usa i ricordi come una biografia fallace, raccontando quattro generazioni di vicende familiari, e mettendosi alla ricerca della sua identità, una ricerca che si rivelerà complessa e dolorosa e che interseca la storia di tre Paesi e di due continenti. Attraverso l'originale lente dei suoi capelli indomiti e crespi, la vediamo cambiare e la seguiamo nei quartieri di una Lisbona non ancora gentrificata, nelle strade di Luanda e tra le foto di un album di famiglia che ci restituisce uno sguardo frammentario e ingannevole. Mescolando memoir e romanzo postcoloniale, realtà e finzione, Djaimilia Pereira de Almeida ragiona sul razzismo, sui meccanismi della memoria e sul processo di scrittura, costringendoci a riflettere su una domanda che oggi riguarda sempre più persone: cosa significa non appartenere del tutto a nessun luogo e vivere costantemente in bilico tra diverse culture?
Cinque curiosità su Questi capelli
1. L’autrice ha rivelato che Questi capelli è nato da una mescolanza di letture e di dischi in cui era immersa in un certo periodo: “dalla fusione inaspettata di Kanye West e Walter Benjamin, di cui avevo letto Infanzia berlinese intorno al millenovecento”.
2. “Volevo scrivere un libro che si sfogliasse come un album di foto di famiglia”, ha detto l’autrice e infatti Questi capelli è un libro che fa senza dubbio appello alla memoria visiva: sono le foto conservate nelle scatole da scarpe, i filmini in bianco e nero a innescare il ricordo e i tentativi di ricostruzione biografica e sentimentale che sostengono la struttura del libro.
3. I capelli, lungi dall’essere un espediente frivolo, divengono nel libro “filo conduttore, metafora e persino personaggio.” Raccontano una storia di esclusione, di mancata fiducia, e segnano le tappe della crescita di Mila, da bambina ad adulta.
4. Grazie a questo libro, l'autrice è entrata in contatto con una rete di donne portoghesi con esperienze molto simili alla sua. “Mi sono resa conto che era in atto un processo di identificazione straordinario. Ho capito che non ero sola nel mio disagio, che c'erano molte ragazze come me, che provavano cose molto simili”, ha dichiarato in un’intervista.
5. La “scoperta dell’Africa” è stata per l’autrice un processo tortuoso ed è avvenuta ironicamente in maniera indiretta attraverso libri, musica e film, interviste e dibattiti, “come se fossi destinata ad accedere a quell'aspetto di me attraverso un percorso indiretto e letterario”.