Nawaz Maajid
Inglese di origini pakistane, a soli sedici anni Maajid sceglie la strada del fondamentalismo. Esasperato dalle angherie razziste subite fin da bambino e soggiogato dalla propaganda islamista, entra a far parte di un gruppo rivoluzionario e diventa lui stesso reclutatore. Finché a ventiquattro anni, arrivato in Egitto, viene arrestato e rinchiuso nel penitenziario di Torà, nei pressi del Cairo, famigerato per l'uso della tortura. Vi rimarrà quattro anni. Ma è proprio durante l'esperienza estrema della prigionia che Maajid mette in discussione le proprie convinzioni e infine, liberato grazie ad Amnesty International, si fa portavoce di un messaggio antitetico, di pace e libertà. Il suo viaggio dalle radici del male alla coscienza democratica e civile è il paradigma di un'evoluzione possibile e necessaria, un inno alla potenza della ragione, capace di ribaltare non solo una singola esistenza, ma il destino dei popoli.