Francesca Cagianelli, Bardazzi Emanuele
La mostra dal titolo "Raoul Dal Molin Ferenzona: Enchiridion Notturno. Un sognatore decadente verso l’occultismo e la teosofia" propone un magistrale percorso tra l’Italia e l’Europa, attraverso il quale assaporare e rileggere la biografia, lo stile e la variegatissima produzione di un raffinato protagonista del Novecento toscano quale Raoul Dal Molin Ferenzona, da più di vent’anni fuoriuscito dai riflettori critici. In circa ottanta opere, suddivise in quattro sezioni, si propone per la prima volta un’immersione totalizzante nell’universo eclettico, tra misticismo e decadentismo, di una personalità complessa e intrigante, contraddistinta da un inguaribile tormento spirituale, acuito dall’inquietudine di eterno déraciné votato alla vita nomade, la cui tensione ascetica alla ricerca spasmodica di mete arcane e trascendentali rappresentava un autentico processo evolutivo dell’anima e di trasmutazione alchemica della coscienza. Vengono inoltre approfondite, attraverso ricerche inedite, le relazioni dell’artista con i cenacoli del Novecento livornese, dove confluì dopo infinite peregrinazioni internazionali, da Parigi a Vienna, da Bruges a L’Aya, dalla Moravia a Praga, riuscendo a radicarsi brillantemente nella compagine cittadina, dal Caffè Bardi al Gruppo Labronico, con una congerie di ritratti, paesaggi, capisaldi mistici, esoterici e occultistici destinati a esercitare sulla critica e sul pubblico un’attrazione fatale, fino a imporsi come artefice di una féerie teatrale, ricostruita oggi per la prima volta grazie allo straordinario materiale documentario e iconografico conservato presso l’Archivio Bioiconografico e Fondi storici della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Tra i capolavori editoriali in mostra spicca il magnifico volume (Misteri Rosacrociani - Opera n.° 2), AÔB (Enchiridion Notturno) - Dodici Miraggi Nomadi, Dodici Punte di Diamante Originali, vero e proprio diapason della collaborazione con i Fratelli Belforte di Livorno e le Edizioni di “Bottega d’Arte”, nella cui dedica “Al mio indimenticabile, indivisibile, invisibile fratello Frederick Chopin”, Ferenzona ribadiva il proprio notturnismo simbolico di filiazione crepuscolare, dannunziana ed esoterica.