Irving Lavin
Quali sono le intenzioni celebrative, i significati progettuali, le valenze simboliche che si nascondono dietro la fabbrica del Duomo di Firenze? Che cosa portò i fiorentini, nel corso di un secolo e mezzo, dalla fine del Duecento a metà del Quattrocento, a porre mano a quella che fu a quel tempo la più grande chiesa della cristianità? Perché se ne cambiò la dedica originaria a Santa Reparata, scegliendo di porre al centro la figura della Vergine nell'atto di apprendere la notizia della sua futura, divina maternità?Se da un lato è evidente il parallelo con l'altro grande edificio dedicato a Maria dalla vicina e rivale Siena, altrettanto chiaro è l'intento di differenziare il progetto fiorentino dai modelli già esistenti, facendone una summa dei luoghi simbolici cruciali dell'universo cristiano.E' un progetto che si manifesta innanzitutto nella forma architettonica. Il Duomo di Firenze si propone di realizzare la fusione tra i due modelli della tradizione cristiana: la pianta a croce latina e quella a forma ottagonale. Nel progetto di Arnolfo di Cambio, il rapporto tra il preesistente Battistero ottagonale, situato sulla piazza di fronte alla facciata, e il corpo rettangolare della navata trova il suo corrispettivo speculare e simmetrico nella pianta ottagonale del coro. Battistero, navata e coro vengono tutti disposti su un unico asse. Proprio a risolvere il problema della copertura della vastissima superficie ottagonale del coro così sarà chiamato il genio di Brunelleschi, con l'arditissima progettazione della cupola.Ma un secondo elemento balza agli occhi; ed è la voluta nudità dell'interno della basilica, a fronte della ricchezza policroma dell'esterno; ancor più, l'assenza o la marginalità di richiami alla Vergine nella iconografia interna. Perché così poche immagini della Madonna, nella più grande chiesa a lei dedicata? Il fatto è che l'intero edificio, nella sua globale monumentalità, è chiamato a evocare il luogo centrale di tutta la dottrina cristiana: il matrimonio mistico tra Dio Padre e la Chiesa, di cui la Madonna è figura e metafora. La compenetrazione tra il rettangolo e l'ottagono, ventre e corona della Vergine incinta, è la geniale soluzione che il Duomo di Firenze si incarica di incarnare.La penna magistrale di Irving Lavin disvela così la chiave di un programma architettonico e simbolico che fa del Duomo di Firenze uno dei documenti emblematici dell'intera cultura dell'Occidente cristiano.