Asta Scheib
Dal suo approdo all'Accademia di Brera, quando era un giovane povero e analfabeta, fino al grande successo dei quadri più celebri, Giovanni Segantini è stato protagonista di una vita fuori dalle convenzioni di fine Ottocento. Un'esistenza, la sua, segnata dall'amore indistruttibile per la compagna Luigia "Bice" Bugatti, la donna adorata che lo accompagnò nella genesi e nello svolgersi appassionante della sua grande arte e che con lui viaggiò tra l'Italia e la Svizzera, fino al trasferimento definitivo in Engadina e alla morte prematura dell'artista, a soli 41 anni. Rimasto senza cittadinanza per un disguido burocratico, Segantini non riuscì mai a sposare Bice, e con lei, che gli diede quattro figli, dovette cambiare residenza di continuo per sfuggire alle autorità che non vedevano di buon occhio un apolide lontano dalla Chiesa e convivente con una donna in libera unione. Nonostante questa vita drammatica, o forse in reazione a essa, fiorirono capolavori indimenticabili, dove montagne, boschi, uomini e buoi vivono all'ombra di una natura silenziosa, pacifica. Una biografia in forma di romanzo in cui - come dice Isabella Bossi Fedrigotti nella Prefazione - "la scrittura letteraria dell'autrice sa dare l'idea dello straordinario miracolo compiuto dal talento artistico, capace di trasformare in poco tempo un adolescente sbandato, nel migliore allievo dell'Accademia di Brera". Con una testimonianza di Gioconda Segantini-Leykauf.