Selvaggia e aspra e forte

Bahia Negra, Alto Paraguay, 2008. Chi narra è un ricercatore che porta avanti un’indagine su una delle figure più affascinanti, controverse e misteriose del panorama culturale italiano di fine Ottocento: Guido Boggiani. Fotografo, pittore e antropologo dalla formazione eclettica, spesso tra i protagonisti della Biennale di Venezia e confidenziale frequentatore di D’Annunzio, al culmine della sua fama in Italia, Boggiani sente dentro di sé un vuoto incommensurabile. Nonostante i moltissimi riconoscimenti ricevuti, infatti, sogna una nuova vita, in grado di colmare una mancanza di libertà opprimente e ormai impossibile da trascurare. È all’America del Sud che Guido guarda con un ardore quasi mistico. Sarà nei territori selvaggi e pericolosi, intriganti e seducenti del Chaco, infatti, che finalmente Boggiani troverà ciò che cerca: un mondo – e un popolo, quello delle tribù indigene dell’inesplorato entroterra paraguayo – ancora tutto da scoprire, far conoscere e, soprattutto, comprendere. Ma in Paraguay Guido sembra essere una presenza scomoda, più utile da morto che da vivo. Sembra che qualcuno, infatti, abbia assoldato Agripino “Satán” Aguirre, un cacciatore di teste famigerato e senza scrupoli, per trovare Boggiani e portare a termine il lavoro. Il corpo di Guido verrà ritrovato solo dopo molti mesi dalla sua ultima spedizione in mezzo agli Indios. A oggi, ancora, non sembra esserci certezza su chi sia davvero il responsabile della sua morte. Tra realtà, mito e leggenda, Laura Pariani compone il racconto corale affascinante e coinvolgente di un grande protagonista del panorama artistico ed etnologico italiano di fine Ottocento, le cui sorti fanno ancora discutere e indagare.