Abbas Maroufi
Iran del Nord. Un uomo avanza a fatica nella neve. Tutt’intorno un paesaggio desolato, glaciale. Una morbida coltre bianca ha ricoperto in poche ore l’intera Ardabil, mettendo in ginocchio i suoi abitanti. Urhan Urkhani è il solo a lasciarsi la città alle spalle e ad avventurarsi in mezzo alla bufera. Nel tentativo di ignorare il gelo pungente, la sua mente gira vorticosa. Pensieri e ricordi si affastellano confusi, accompagnati da un’unica certezza: deve trovare suo fratello Aidin. E ucciderlo. Aidin non si fa vedere da giorni. Ridotto ormai a uno stato di altalenante pazzia, rappresenta per Urhan l’ultimo ostacolo all’ambizione di una vita, impossessarsi di tutti i beni di famiglia. La loro rivalità, infatti, ha radici profonde: un’infanzia difficile, segnata dai contraccolpi della seconda guerra mondiale; un padre severo e tradizionalista, dal quale è impossibile ricevere approvazione; un ambiente sociale chiuso, che soffoca sul nascere ogni anelito di modernità. Eppure, Urhan e Aidin non si sono dati per vinti, hanno cercato a lungo una strada per la salvezza. L’uno nel commercio, l’altro nella poesia. Ma come Aida e Yussef, i loro fratelli, non potranno sottrarsi al ruolo tragico che la sorte ha riservato loro.