Nestor Kohan
In "Impero", Toni Negri descrive la presunta fine dell'imperialismo e della classe operaia come soggetto della trasformazione rivoluzionaria. Partendo da una periodizzazione eurocentrica (anzi, a volte italocentrica) del capitalismo, egli sostituisce all'imperialismo la nozione di un Impero sovranazionale, senza fissa dimora, non più identificabile con uno o più Stati determinati, ma in grado di controllare l'ordine globale. Alle classi sociali viene sostituito il concetto ambiguo e fuorviante di "moltitudine". Questa e altre nuove concettualizzazioni portano Negri a una visione apologetica della globalizzazione e a un atteggiamento indulgente verso l'egemonia degli Usa.