Giangiacomo Nardozzi
Germania, anno 2021. Si conclude l'era di Angela Merkel, abilissima mediatrice tra gli interessi tedeschi ed europei. La cancelliera ha infine mostrato che il suo paese può avere un volto diverso. Non solo arcigno, ma anche benevolo, verso i partner più fragili, indeboliti negli ultimi tempi dalla minaccia esterna della pandemia. Il nuovo corso di Berlino ha dato una svolta all'immagine dell'Unione Europea, divenuta capace di mostrare il suo valore in tempi difficili. Rimane tuttavia da capire se la crisi provocata dal nuovo Coronavirus non andrà sprecata, se farà progredire il cammino verso un'Europa più unita. È un cammino che molto dipende da cosa vuole essere la Germania post-Merkel. Da come risolverà il conflitto ancora presente nell'animo tedesco. Che vede, da un lato, la volontà di ordinare l'Europa secondo i principi che regolano la sua democrazia, la sua società e la sua economia. E, dall'altro, il desiderio di "stedeschizzarsi" nel bisogno di Europa. Alla luce di questo dissidio interiore l'autore legge la storia della Repubblica Federale Tedesca nella sua integrazione europea. Una storia assai istruttiva per dare una risposta alla domanda del titolo di questo libro. Una risposta che tiene anche conto del molto che potrà fare il capo del governo italiano Mario Draghi, per il bene dell'Unione Europea e, in fondo, della stessa Germania.