Andrea Rauch
La prima vita di Pinocchio comincia nel 1881, quando Carlo Lorenzini scrive la prima riga di quella “bambinata”, che sarà pubblicata sul «Giornale per i bambini». Una vita che sarà fatta soprattutto di edizioni a stampa, che Enrico Bemporad, l’editore delle origini, amministrerà sagacemente (concedendo, qua e là, alcune licenze temporanee), e che si chiuderà nel 1940 quando, a cinquant’anni dalla morte di Lorenzini, i diritti sull’opera divennero di dominio pubblico. Da quel momento inizia la seconda vita di Pinocchio. Tutto il mondo dell’illustrazione e dell’editoria si mette sulle tracce del burattino, seguito subito dai marionettisti e dai burattinai, che avevano trovato un nuovo canovaccio appetitoso. Poi, il mondo dell’arte ufficiale, senza dimenticare il cinema, che con Walt Disney fa un primo passo verso il burattino. Nel 1981 si celebrò in pompa magna il primo centenario del libro di Collodi. Comincia allora la terza vita di Pinocchio. Oggi gli illustratori sono più di duecento, tanti sono i pittori, gli scultori, i designer gli autori di teatro e di cinema che hanno ridotto e sforbiciato il testo a volte riadattandolo secondo capriccio e opportunità. Una fortuna “spaventosa”.