Chiara Abbate
L'elegante volume racconta, con testi ed immagini, la storia di questa villa, situata nel Vomero antico, che ancora oggi è una delle più interessanti e vive realtà cittadine, sia dal punto di vista architettonico che culturale. Intorno al 1830 il cavalier Filippo Angelillo, procuratore generale di re Ferdinando II di Borbone, decide di trasformare la sua casa colonica, ubicata tra il vico Acitillo e la strada delle Case Puntellate al Vomero Vecchio, in villa; l'amena collina del Vomero, infatti, grazie alle sue felici caratteristiche climatiche e paesaggistiche, era diventata il luogo prediletto dai napoletani benestanti per trascorrervi i mesi della villeggiatura estiva. La villa, che prende il nome dalla figlia del cavaliere, viene ultimata nel 1855 in stile neoclassico tardo, con piccolo giardino romantico, e con un impianto atipico a Napoli, che richiama l'Hotel particulier d'importazione francese. Oggi Villa Costanza, nascosta tra le caotiche strade del Vomero, conserva ancora inalterato tutto il suo fascino. Le sale di rappresentanza della villa, inoltre, sono diventate un vero e proprio museo: contengono, infatti, l'importante collezione privata di maioliche napoletane e rari oggetti d'arte (molti dei quali notificati dalla Soprintendenza) di Guido Donatone, marito di Vittoria Cosi (attuale proprietaria) e storico della ceramica, che ha trasformato negli anni la sua casa in un centro di ricerca internazionale, sede del Centro studi per la storia della maiolica meridionale.