Si intitola Basta!, con un perentorio punto esclamativo, il nuovo libro di Lilli Gruber appena uscito per Solferino nella collana di saggi brevi scritti da grandi autori ‘I solferini‘.
Basta alle aggressioni scioviniste; basta all’esclusione delle donne dai ruoli decisionali; basta all’aggressività nel dibattito politico; basta al paternalismo. Basta a quelle che Gruber identifica come le tre “v” tipicamente maschili, volgarità, violenza, visibilità.
Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone inizia in un giorno di maggio, il mese delle rose e coinvolge, ironicamente, un mazzo di fiori. Nelle primissime pagine Gruber racconta lo scontro avuto con Matteo Salvini, che aveva chiesto di partecipare a Otto e mezzo. Tuttavia, una volta ricevuto l’invito, aveva affermato pubblicamente: «Non ho mica voglia di andare dalla Gruber, simpatia portami via».
Maleducazione o strategia comunicativa, poco importa. Gruber aveva prontamente risposto con un comunicato ufficiale e Salvini si era presentato in trasmissione con «la faccia di un uomo che, dopo averti fatto arrabbiare, arriva con un mazzo di rose». Mancava, naturalmente, il mazzo di rose. A commento di tutta questa faccenda, Salvini dirà «Mi scusi, ho i limiti di un maschietto».
Questa risposta, che ha il sapore del tipico “so’ ragazzi”, riassume un po’ il clima politico, sociale e culturale in cui stiamo vivendo. Lo stesso di cui sono figli i picchiatori neofascisti di Casapound, tanto per fare un esempio. Gruber, dunque, si chiede: «Chi ha detto che la virilità abbia a che fare con l’inaffidabilità, la volgarità e le pulsioni incontrollabili?».
È un pamphlet, un reportage, ma anche il racconto di una stagione politica quello che ha deciso di scrivere la giornalista in un periodo in cui l’arroganza, l’intolleranza e il machismo stanno favorendo all’ascesa dei populismi.
Raccogliendo dati, storie e nomi, la giornalista riflette sul rapporto tra “maschile”, “femminile” e potere e sugli stereotipi di genere. Ma non si tratta solo di denunciare una situazione intollerabile anche a livello internazionale (pensate a Trump, Bolsonaro, Erdoğan, Putin, Xi Jimping).
Lilli Gruber ci dice che il vento sta cambiando. Ci parla di politiche autorevoli come von der Leyen, Lagarde, Pelosi, o in ascesa e determinate come Ocasio-Cortez. Sempre più donne – alcune molto giovani – hanno scelto di opporsi attivamente a questo status quo, puntare sulle proprie competenze e lo spirito di iniziativa, unire le forze. Magari insieme a quegli uomini che vogliono cambiare davvero le cose. Perché non si tratta di una lotta tra sessi, ma di una battaglia di civiltà.