Biancaneve nel Novecento

Marilù Oliva

Bianca e Lili non si sono mai incontrate, ma le loro esistenze si parlano da tempi e spazi diversi, legate da un filo che attraversa tutto il Novecento.

Bianca è una bambina degli anni ’80. Cresce in un disordinato appartamento della periferia bolognese, respirando un’aria densa di conflitti e di un’inspiegabile ostilità da parte della madre, Candi, dipendente da alcool.

Come fuggire da una realtà dolorosa e opprimente? Bianca chiama se stessa Biancaneve e decide di rifugiarsi nel mondo della fiaba, dove le madri sono matrigne ma le bambine, alla fine, nel bosco riescono a salvarsi. Tra scuola, amicizie, amori, tragedie e passioni, la seguiamo attraverso l’infanzia e l’adolescenza, fino ai suoi 20 anni.

Bianca è il personaggio che dà il titolo al nuovo libro di Marilù Oliva, Biancaneve nel Novecento, appena uscito per Solferino, dopo il successo di L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre. Ma, come abbiamo detto, non è l’unica protagonista di questa storia.

Lili è nata nel 1019, in Bretagna. Si è trasferita a Parigi ed è stata deportata in Germania a circa vent’anni, durante la Guerra. Viene internata nel campo di concentramento di Buchenwald che, come ci dice lei stessa, «significa bosco di faggi, un nome tanto poetico per designare un pezzo di terra collinare delimitato da doppio filo spinato».

Le voci di Bianca e Lili si susseguono e si alternato tra le pagine di Biancaneve nel Novecento e ognuna delle due giovani donne ci racconta due storie diverse, che finiscono per intrecciarsi.

Marilù Oliva porta avanti una toccante riflessione sulle cose che le famiglie spesso tacciono. Ci parla dei traumi che subiamo senza averne consapevolezza, di ferite non rimarginate che si riaprono, di fratture profonde che si propagano attraverso le generazioni.

Biancaneve nel Novecento è anche un libro pieno di speranza.

«Questo romanzo è una bellissima storia, ma anche un’esortazione, una voce sottile che ci sussurra: accetta quello che sei e fallo fiorire». Fiorire, come i bulbi di tulipani Antarctica che Solferino ha voluto inviare agli influencer per il lancio del libro. Qui sotto potete vedere il contenuto della scatola promozionale realizzata per la casa editrice da Studio 29 in collaborazione con Una Parola buona per tutti.